La progettazione: dal concept architettonico all’interior design
Dalla richiesta dei committenti, che non arrivano dal settore alberghiero e forse, proprio per questo, liberi da modelli e convenzioni che imbrigliano spesso il lavoro di progettista, è nata una progettazione “totale”, pienamente condivisa, che sfugge agli stereotipi d’albergo nei vari aspetti legati all’architettura e al design degli interni, all’organizzazione degli spazi e dei servizi, alla gestione dell’ospitalità.
Immaginiamo un luogo in cui l’ospite sia il centro di tutto, in cui l’accoglienza avvenga in modo discreto, quasi familiare, dove il soggiorno sia una lieta esperienza dei sensi, legata al genius loci ed al fascino speciale che si respira tra queste montagne.
La progettazione nasce proprio da qui, da questa possibilità magnifica di inventare liberamente i limiti spaziali interni, dandone loro identità in assoluta libertà da schemi omologati e precostituiti. Proprio per questo gli spazi del Dolce Vita sembrano essere, per così dire, incontaminati, contemporanei e pur “senza tempo”. Perchè sono simili a dei racconti. Racconti di vite eroiche e pur talmente semplici (… gli “indiavolati”, spettacolari Piàz e maestri, i “puristi”, introversi Preuss e Buhl…), personaggi così diversi e pur nel profondo talmente simili, fatti, come si usa dire in montagna, della stessa “pasta”… Così nella progettazione anche le stanze. Nella natura espressiva dei materiali così simili, nella rigorosa semplicità di una suite Preuss e nella voluttà seducente di una suite Piàz, allo stesso tempo, così diverse. Il risultato della progettazione è, come amano definirla i proprietari, una piccola luxury home composta di venti diverse stanze, lounge bar, ristorante-stube, piccola beauty farm e area wellness, dove il lusso non è sinonimo di sfarzo, ma di calda ospitalità familiare, armonia, semplicità ricercata nei minimi dettagli. Anche i materiali utilizzati sono naturali e semplici, il legno di larice spazzolato ed il rovere massiccio piallato a mano trattati a cera e dunque traspiranti, la tonalite della Val di Genova e il granito verde Vittoria della Val Malenco con semplice finitura levigata, gli intonaci minerali traspiranti e le rasature a base di calce. Per gli esterni la progettazione ha previsto, lavorando a stretto contatto con lo Studio dell’impresa Zambotti, una facciata che potesse accogliere e comunicare, con una propria autonomia formale, il concept degli spazi interni. Ecco allora che un best seller come la libreria “Nuvola Rossa” di Vico Magistretti, che dal 1977 ha generato una vera e propria “tipologia” con i suoi montanti inclinati, gli incastri a “X”, e soprattutto la sua versatilità che l’ha resa perfetta anche come divisorio, ha aiutato nella progettazione, nel rapporto indoor/outdoor, ad intendere l’architettura come interpretazione formale delle diverse personalità delle stanze. Così come su una libreria si ordinano e distribuiscono i volumi importanti, le venti stanze, tanto diverse e come detto tanto simili, vengono così raccontate con un’essenzialità stilistica che si colloca fuori dal tempo, per mezzo dei materiali del luogo.