Tradizione e intimità presso la Bait de Angial

Tradizione e intimità presso la Bait de Angial

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La magica atmosfera della Bait de Angial

Bait de Angial è una nuova realtà, un modo nuovo di concepire il relax e la vacanza in una magica armonia tra Tradizione e Intimità. Il legno e la pietra delle pareti di questo incantevole hotel sembrano cullare con i loro impercettibili scricchiolii gli avventori provenienti da tutto il mondo, i loro sonni sono silenziosamente vegliati dai nove angeli custodi preposti alla serenità di ogni camera e i loro sensi sono appagati dagli inebrianti profumi e dalle uniche vedute. Ognuna delle nove stanze del Bait de Angial è un universo a sé: nei suoi colori, nelle sue tenui tinte e nei materiali usati per realizzare mobili e intarsi è racchiusa l’energia delle costellazioni e dei pianeti legati alla sfera di influenza dell’angelo che vi risiede. L’incantesimo che avvolge il Bait de Angial inizia tutto dalla forza e dalla maestosità dell’incontaminata natura che la circonda. Pur vantando una estrema vicinanza alla svariate piste da sci degli impianti congiunti di Trepalle e Livigno e al centro stesso del comune altolombardo, Bait de Angial è felicemente situato nella parte più bassa della frazione, denominata “Al co de sota”, distante dal caos e dalle lunghe code della frenetica e commerciale settimana bianca. Questo Hotel nella sua struttura, nella ricercatezza di ogni minimo particolare, nell’accoglienza degli arredamenti e nella genuina bontà della sua cucina tende un caldo abbraccio a chiunque vi sosti per brevi o lunghi periodi. Dormendo tra quelle mura si prova la netta sensazione di essere avvolti dalla millenaria saggezza dei monti e affacciarsi sui balconi della baita in una notte tersa equivale a perdersi in un sogno di candore e pace, tra l’infinita luminosità della grande luna e le canzoni arcane di boschi e ruscelli.

“…Perché io sento che Lassù nel Cielo l’un l’altro bisbigliano gli Angeli, tra le loro ardenti parole d’amore, non possono una più sacradi “Madre” trovarne”. (Edgar Allan Poe)