Ogni anno, in tutti gli aeroporti del mondo, si trovano molti oggetti smarriti!
Trovare oggetti smarriti in aeroporto è un’operazione da tutti i giorni. Con i milioni di passeggeri che affollano ogni anno gli aeroporti di tutto il mondo sono moltissimi gli oggetti che vengono dimenticati nelle sale di attesa, nelle cappelliere degli aerei e, perfino, sui nastri trasportatori. Sono così tanti gli oggetti recuperati che gli aeroporti organizzano delle aste sempre molto affollate per venderli.
Tra gli oggetti smarriti dimenticati da qualche viaggiatore vi sono stati dei narghilè con tutti gli accessori del caso, un bauletto di plastica con monili vari, skateboard, occhiali, profumi, cosmetici, eccetera. Non mancano, poi, cappelli, guanti, pupazzi, sci e scarponi, dipinti, seggiolini e passeggini; viene da chiedersi, inoltre, come abbia fatto a camminare quella persona che si è dimenticata la sedia a rotelle e quella che ha lasciato le stampelle. Come sarà sopravvissuta quella persona che ha lasciato in aeroporto la macchina per l’ossigeno? E la lista non finisce qui! Trapunte, pentole a pressione, forni a microonde, tappeti di pelle di canguro, abiti da sposa, parrucche, oggetti sessuali, dentiere e teschi in plastica. Tra gli oggetti più costosi rinvenuti un anello del valore di mezzo milione di sterline, un mazzo di 50 mila sterline, una borsa con diamanti, chiavi di auto di lusso, computer portatili e persino animali domestici!
A Dubai, l’aeroporto che registra il numero più alto di passeggeri, gli oggetti smarriti sono stati più di 100.000. Vuoi per stanchezza, vuoi per disattenzione, le cose che vengono ritrovate, se non vengono reclamate entro un certo periodo (ogni nazione ha i propri tempi massimi per fare reclamo), finiscono all’asta.
Il rischio per la privacy diventa evidente quando a essere venduti all’asta sono videocamere, macchine fotografiche, tablet, cellulari o pc. Al loro interno, infatti, sono contenute informazioni sensibili, mail, messaggi, foto e video che potrebbero essere divulgate. Per quanto riguarda la legge italiana, è previsto che l’acquirente provveda alla distruzione dei dati contenuti nell’oggetto vinto all’asta e, ovviamente, a non divulgarli.