Mettere o non mettere la musica al ristorante, al bar, negli hotel, alla spa, nei locali pubblici?
E’ questo il dilemma che attanaglia albergatori, ristoratori e negozianti in genere: la metto la musica in sottofondo nel mio locale? Dare una risposta a questa domanda non è facile, chi si è interrogato sulla questione è andato a indagare anche sull’oggetto originale dei suoi affari: soddisfare i clienti offrendo servizi al top per aumentare la propria clientela. Il problema di fondo è che non siamo tutti uguali: ci sarà, quindi, il cliente che la vuole più alta, quello che non la vorrebbe, quello che vuole la musica classica e chi, magari, il rock scatenato. Che fare allora?
Bisogna partire dal presupposto che la musica nel proprio locale (sia esso un ristorante, una spa, un hotel, un bar, etc.) non deve essere la parte predominante, ma deve accompagnare il servizio che si sta offrendo, diventando un accessorio che connota elegantemente le portate, un massaggio, andando ad aumentare la soddisfazione del cliente.
La musica è un fattore personale, troppo personale per poter dare consigli sulla tipologia o sul volume. Una cosa è certa: se si inizia con un sottofondo poi si deve proseguire con quello, senza interruzioni o pause che potrebbero dar adito a pensieri di improvvisazione e innervosire la clientela. Per un ristorante o una spa meglio evitare la filodiffusione, ma scegliere stili sobri, rilassanti, perché il cliente non va alla spa o al ristorante per ascoltare musica, ma per rilassarsi o gustare prelibate pietanze.
Il volume della musica, poi, non dovrebbe essere mai eccessivo, perché il cliente deve poter parlare e riuscire ad ascoltare quello che l’interlocutore dice senza dover alzare troppo la voce. Bisognerà quindi valutare l’ampiezza del locale, il numero dei tavoli e la loro vicinanza e adeguare il volume della musica in base a tali aspetti, lasciando che sia il cliente a scegliere se ascoltarla rimanendo in silenzio o meno. Per i ristoranti sono da valutare bene anche l’utilizzo di televisori o video che spesso costituiscono una distrazione con le pubblicità e non creano atmosfera.