Cioccolato e letteratura
La bontà del cioccolato è confermata anche dai componimenti letterari in prosa e in poesia che venivano declamati durante i conversari salottieri tanto cari al ‘700. Riteniamo di particolare interesse il componimento poetico di tal P. Zucchi Olivetani intitolato “Sopra la cioccolata“; ecco le parti più significative: “Il suo gusto è gradevole e piacevole in qualsiasi momento, facile da preparare, mescolando il cacao in acqua calda si otterrà una bevanda squisita. Le chicchere di maiolica trasparente sono i recipienti più adatti per servirla. Utile alla mente, tonifica il muscolo cardiaco e dolcifica i succhi gastrici; ha provate doti sedative, stimola gli umori e possiede poteri afrodisiaci”. Il poeta continua affermando che gli effetti del cioccolato sono utili per i dotti e per il clero, per coloro che studiano e per tutti coloro che sanno apprezzare le virtù di questo squisito alimento. “E’ lecito utilizzarlo”, aggiunge, “sia nel periodo di vigilia sia nel periodo di quaresima senza alcuna formalità in quanto possiede virtù terapeutiche. Nonostante il colore scuro piace a Giuliana e piace a Silvio, a Diana e a Mercurio. La sua usanza è diffusa in ogni luogo, di qua e di là. E’ apprezzata da filosofi e da teologi dai cattolici e dalle autorità, tanto che uomini di larga fama ne sostengono apertamente i benefici. Tanti sono pure i cattedratici estimatori di questa bevanda, ma non si ritiene opportuno riportarne il nome in quanto “- sostiene l’autore – “i versi sdruccioli poco si adattano alla loro dignità. E’ diffusa in tutta Europa da Roma a Napoli, nella Francia e nella Germania, nel territorio ispanico e in quello italico”. Già nel ‘700, come dice il poeta, la ricetta per la preparazione della cioccolata veniva modificata con l’aggiunta di succo di fragole, di pesche, di cedri e addirittura di latte di mandorle, fornendo proprietà tonificanti.
Il cioccolato oggi
Oggi, dopo trecento anni circa, possiamo scrivere che le affermazioni sopra riportate hanno trovato larga conferma e sono più che mai valide. Il cioccolato è diffuso ovunque e fa bella mostra nei supermercati, nei negozi e nelle pasticcerie con forme e ingredienti vari; ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche, per grandi e per piccini. Insomma possiamo tranquillamente dire: nulla di nuovo sotto il sole.
Analisi scientifica del cioccolato
Attualmente il cioccolato è al centro di una serie di studi approfonditi da parte di dietologi e di nutrizionisti che intendono verificare scientificamente le sue tanto declamate proprietà. La presenza di una quantità elevata di flavonolo assicura notevoli proprietà ossidanti; è un antidepressivo, soprattutto quello fondente, fa bene al cuore e alle arterie e fa abbassare il colesterolo. Pertanto ciò che il poeta aveva scritto nei suoi versi circa 300 anni fa, oggi è in gran parte confermato da studiosi di chiara fama; fantasia e razionalità hanno trovato il loro punto di incontro e vanno a braccetto. Ciò che prima era frutto di intuizione ora trova una conferma scientifica. La cioccolata: un sapore tutto da gustare. Con la diffusione della cioccolata l’alfabeto dell’olfatto si arricchiva di una profumazione nuova, stimolante, capace di suscitare dolci sensazioni legate al mondo dell’infanzia e in particolare al mondo materno, quando intorno tutto appare ovattato e sa di dolcezza. Anche l’alfabeto del gusto conosceva nuove sensazioni molto gradevoli e indimenticabili: i meandri del labirinto psichico registravano quindi una miriade di nuovi messaggi che lasciavano tracce mnestiche indelebili che si traducevano in un arricchimento del patrimonio cognitivo e lessicale. Ben sintetizza il significato del gustare la seguente definizione data dal Tommaseo nel Dizionario dei Sinonimi: “Gustare, in genere, esercitare il senso del gusto, riceverne l’impressione anco senza deliberato volere o senza riflessioni poi. L’assaggio si fa più determinante a fin di gustare e di sapere quel che si gusta: o almeno denota che dell’impressione provata abbiamo un sentimento riflesso, un’idea un principio d’esperienza. Quindi è che sapio ai Latini, valeva in traslato sentir rettamente e quindi il senso dell’italiano sapere, che da sé vale dottrina retta e il prevalere della sapienza sopra la scienza.“