Superstizioni: ogni paese ha la sua, ecco le più particolari!
Le superstizioni non sono solo una paura italiana, ma si ritrovano in tutto il mondo. Quella più famosa, forse, è quella statunitense del numero 13 (triscaidecafobia), soprattutto se riferito a una data del calendario che cade di venerdì. Alcuni fanno risalire questa credenza all’Ultima Cena della Bibbia: i commensali quella sera erano 13 e l’ultimo che si sedette a tavola fu proprio il traditore, Giuda. Questa superstizione è così diffusa che sono molti gli alberghi che non hanno camere numero 13 o tredicesimi piani, così come compagnie aeree, aeroporti, etc. In Cina, invece, il numero bandito è il 4 e tutti quelli che lo contengono, un quanto la sua pronuncia è simile a quella della parola “morte”.
Superstizioni da tenere a mente per chi viaggia sono quelle russe e messicane: in Russia si crede che sedendosi sulla valigia prima di partire porterà fortuna, mentre in Messico è motivo di sfortuna rovesciare il sale o rompere uno specchio prima di un viaggio. Internazionali e ben auguranti sono le superstizioni che dicono di salire su un aereo con il piede destro, portare con sé un’immagine di San Cristoforo (protettore dei viaggi) o lanciare una scarpa a chi sta per intraprendere un viaggio.
Se andate in Brasile non lasciate mai che al vostra borsetta o portafogli tocchino il pavimento: vi causerebbe la perdita di molti soldi.
Se si rompe un piatto in Danimarca, invece, questo viene conservato con tutte le altre porcellane rotte fino alla notte di Capodanno; i cocci vengono, quindi, buttati nelle case di famigliari e amici: più grande sarà la montagna, maggiore sarà la fortuna.
Se vi recate in Egitto evitate di sforbiciare senza tagliare niente: porta molta sfortuna!
Tra le superstizioni indiane vale la pena citare il divieto di tagliarsi le unghie il martedì e il sabato e i capelli il giovedì.
In Corea, invece, è molto diffusa una credenza relativa ai ventilatori: se lasciati accesi in una stanza di notte porterebbero alla morte!