Un marketing efficace si basa anche su un progetto efficiente
Il mondo per chi, come la signora Zambotti, prima che albergatore è giornalista, è una grande cassaforte piena di tesori da aprire con la chiave della curiosità. Al giornale il lavoro deve essere svolto per comunicare la miglior informazione al lettore, così come l’albergatore deve offrire il miglior confort al cliente. E applicando lo stesso principio di marketing del giornalismo all’hotellerie, si può dire che nessun progetto è valido e porta al business se non è comunicabile. Creare lo Chalet Dolce Vita è stato come scrivere un articolo da prima pagina, dopo aver fatto un’approfondita inchiesta. In questo caso, le ricerche eseguite per capire quali fossero i soggetti adatti a realizzare un concept innovativo, ecocompatibile e per certi versi trasgressivo, sono state condotte “annusando” le nuove tendenze, cercando su internet, sulle riviste di settore, e valutando il pot-purri di idee immagazzinate in vari viaggi. La signora Zambotti e il marito, il quale con la sua azienda aveva già eretto la struttura, si siamo trovati davanti a uno spartiacque. A dover decidere tra vecchio e nuovo, innovazione e tradizione. Hanno scelto un progetto contemporaneo, con le radici affondate nel classicismo del made in Italy e nella cultura dei luoghi, con un forte spirito comunicativo, marketing-parlando. Applicare i principi del marketing alla costruzione di un hotel… E’ stata una ricerca entusiasmante, arricchente ed estenuante. Alla fine hanno capito che volevano dar vita a un progetto nuovo, dove al centro ci fosse l’ospite e non l’albergatore. Volevano dare al cliente quello che loro stessi avrebbero voluto trovare in viaggio. Dalla base di questa “visione capovolta” è nato il Dolce Vita, un prodotto ad alto potenziale comunicativo, in cui il progetto è connesso con il marketing. Alla Famiglia Zambotti piace pensare che forse, attraverso quel pizzico di follia insito nel progetto, hanno tracciato una strada invece di percorrerla. L’architettura che avevano in mente doveva essere organica e svilupparsi dall’interno all’esterno per abbracciare le Dolomiti, catena montuosa di potente bellezza patrimonio dell’umanità. Gli spazi dovevano essere concepiti passando dalla porta della cultura e dell’arte. I materiali, scelti con accuratezza sul territorio, dovevano rispettarne il genius loci. Era difficile trovare sul mercato qualcuno in grado di disegnare l’indoor “sforando” anche sull’outdoor senza soluzione di continuità. Per un progetto costruttivo che fosse anche comunicativo, ad alto potenziale per il marketing. A loro serviva un’azienda che avesse la sensibilità culturale e le abilità tecniche per cogliere le richieste di committenti sicuramente esigenti. Non volevano un archistar, ma molto di più. “Cercavamo un professionista in grado di capire e lasciare spazio alla nostra idea di lusso, basata su dettagli studiati a fondo, e di trasferire con creativa genialità l’essenza del concept in ogni singolo dettaglio della struttura e dell’arredo” afferma la signora Zambotti. “L’incontro con Concreta e i suoi professionisti è avvenuto a questo punto. L’azienda dava risposte ineccepibili alle nostre domande, tant’è che dopo pochi incontri interlocutori avevamo già deciso di affidare loro il progetto. Dopo qualche mese di lavoro abbiamo chiesto alla ditta di Sondrio, di definire anche gli esterni della struttura e di progettare la Spa. Eravamo in sintonia perfetta. Nel lungo inverno che ha preceduto l’apertura dello Chalet Dolce Vita, avvenuta il 5 dicembre 2008, abbiamo lavorato in simbiosi con l’architetto Steven Mufatti, il quale ha saputo regalare al progetto un allure particolare, fatto di innovazione e ricerca dell’ancestrale tipicità dei luoghi in cui la struttura è nata. Con lui è nata un’amicizia capace di scavalcare il rapporto di lavoro. Giuseppe Aldrighetti, responsabile commerciale della società, si è dimostrato sempre un uomo con cui trovare la migliore soluzione. E cosa dire dei proprietari di Concreta? Chapeau… si sono dimostrati imprenditori capaci di cogliere i nuovi imput del mercato per offrire al cliente un ottimo prodotto. Un riconoscimento va anche a tutti gli uomini che fattivamente hanno lavorato al Dolce Vita, come fosse stata casa loro, condividendo con noi questa splendida avventura nata per emozionare e stupire”. Tuttavia, la miglior soddisfazione per quanti hanno seguito questo progetto di Madonna di Campiglio, viene dal mercato, poiché l’hotel, dotato anche di un forte potenziale comunicativo per il marketing, è piaciuto molto agli ospiti, e ha retto decisamente bene il mercato.