Un attico suggestivo sulle dolomiti del Brenta: tutto questo è Chalet Dolce Vita
Soggiornare allo Chalet Dolce Vita vuol dire approdare in un retreat dove lo spazio si accorcia per permettere all’ospite di toccare la magica suggestione delle Dolomiti di Brenta. Significa penetrare un altrove unico e cool, dove lasciarsi andare a un’ospitalità unica e discreta, cifrata dalla contemporaneità di un lusso sottile e vocato alla qualità. I rimandi ancestrali, gestiti attraverso un sofisticato gioco di contaminazioni, fanno vivere al viaggiatore il genius loci del luogo all’interno di questa luxury home, strutturata con un design attuale e suggestivo, dove sono stati raccolti rinvii del luogo per declinarli nella meraviglia di scatole lignee, destinate a raccogliere la possente e sensuale magia del luogo. Madonna di Campiglio, dove si trova lo Chalet Dolce Vita, raccoglie l’eredità di un lusso e di un’eleganza alpina, conferitale già nella Belle Epoque dalla Casa d’Austria, la quale la scelse per le vacanze estive di sua maestà Franz Joseph e della Principessa Sissi. Oggi, quella Dolce Vita asburgica, vive ancora nella magia di luoghi destinati, oltre che agli amanti della montagna, anche ai cultori del bien vivre. L’hotel Dolce Vita è un esempio riuscito di retreat in cui convivono queste raffinate caratteristiche per un’ospitalità declinata tra dettagli mai scontati e un servizio da casa più che da hotel. E’ un luogo prezioso per quando si vuole staccare la spina e ricaricarsi dalle fatiche urbane, un altrove dove le stagioni si fondono in una dimensione capace di farci ritrovare il giusto equilibrio tra corpo e mente. Lo Chalet Dolce Vita, è un relais in cui alcuni pezzi storici di design dialogano tra citazioni ambientali e attualità progettuali. E’ un connubio perfetto tra tradizione e modernità, capace di offrire il benessere più intimo. “Ho cercato di esprimere nell’hotel, tutto il mio amore per queste montagne così speciali, monoliti in cui sono racchiusi i più profondi segreti dell’uomo, declinati tra terra, cielo e mare. Con queste guglie possenti ho contratto un debito: quello di trasmettere al viaggiatore, almeno un po’ di quell’emozione vibrante in questi luoghi”. Tiziano Zambotti, ingegnere progettista e proprietario della struttura, vive così il concept innovativo dell’hotel dove le 20 stanze, alcune delle quali junior suite o suite con camino, sono declinate nei toni dei beige e dei grigi calmi e materici. L’amore del patron di casa per Madonna di Campiglio e la sua corona di vertiginosi picchi, si legge chiaramente nel terzo piano del Dolce Vita, dove tutte le stanze, concepite con l’idea del loft, sono dedicate al mito. Le suite e le classic delux “MiTo’s”, colgono le linee guida e prendono i nomi di alpinisti famosi legati ai dolomitici picchi come Giorgio Graffer, Bruno Detassis, Cesare Maestri, Tita Piaz, Ettore Castiglioni, Paul Preuss, Hermann Buhl. allo scopritore della roccia rosa delle alpi Orientali è dedicato il ristorante dell’hotel: Déodat de Dolomieu. a lui, alpinista e vulcanologo illuminista e cavaliere geologo, si ispirò anche il contemporaneo Choderlos de Laclos per il personaggio del visconte di Valmont, protagonista dal fascino irresistibile del romanzo “Le relazioni pericolose”. Stessa ispirazione pare abbiano tratto anche Alexandre Dumas per l’abate Faria ne “il Conte di Montecristo” e Jules Verne per “Viaggio al centro della terra”. Impossibile dunque non tener conto dell’ardito personaggio, ammirato dai suoi contemporanei e tanto amato dal gentil sesso. Nel ristorante dell’hotel, dove il camino è sempre acceso e i sapori della Dolce Vita asburgica si mescolano al bien vivre contemporaneo e all’arditezza delle imprese di montagna, non poteva dunque mancare l’omaggio a un personaggio tanto noto, quanto determinante per le future Dolomiti, le quali senza il suo intervento, si sarebbero chiamate Saussuriti. e se nel Dolomieu, si possono assaggiare creazioni di cucina creativa, nella Stube de Tiz, di legno antico, il desinare diventa un gioco d’equilibrio tra passato e presente, sostenuto dalla scelta di materie prime stagionali eccellenti. Un elogio al piacere che si rinnova anche nella Spa Panta Rei dell’hotel, dove mani esperte e prodotti di altissimo livello, regalano all’ospite momenti sublimi. “Una volta era il mare” e proprio dalle profondità marine, in cui le Dolomiti erano abissate, giunge il sale, elemento di ancestrale benessere e riconosciute proprietà curative. Il relax al Dolce Vita è Thalasso, declinato tra pareti ambrate di sale del himalayano e cascate rosate di sale del mar morto. Microparticelle di cloruro di sodio si depositano sulla pelle regalando alla respirazione un ritmo fluido e rilassato, mentre aromaterapia e musicoterapia chiudono il cerchio dei sensi. La grotta di sale del Dolce Vita è un luogo dove recuperare le energie tramite un benessere e un relax totale, utile a raggiungere la forma fi sica desiderata. Lasciati i trattamenti thalasso, sauna, bagno turco, idromassaggio e piscina nella Spa, il percorso di benessere prosegue in una conservatory di larice naturale, dove i trattamenti possono anche diventare rituali di coppia. Una coppa di champagne accompagnata da fragole e finger food territoriale, può rappresentare il fil rouge di un pomeriggio di massaggi in cui sono utilizzati prodotti di fitocosmesi autoctoni. Per quanti invece, dopo una giornata di sci preferiscono la privacy assoluta, è disponibile una junior suite dotata di sauna, mentre altre stanze sono corredate di vasca design o di Jacuzzi, a pochi passi dal talamo a baldacchino.