Nuova vita per alcuni esempi della nostra storia industriale

Nuova vita per alcuni esempi della nostra storia industriale

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Esempi della nostra storia industriale ristrutturati e rivisitati prendono nuova vita

Un luogo ove la precedente attività industriale è cessata è un vuoto lasciato all’interno di una città, ma è anche un luogo denso di storia, nel quale si riflettono tecniche costruttive, logiche produttive, vicende proprietarie, così come modelli di rappresentazione imprenditoriale e immaginari architettonici.

La riqualificazione dell’area industriale Carpano a Torino è un esempio di questo intreccio tra risorse spaziali e risorse identitarie. Il complesso è costituito da due stabilimenti, l’edificio Carpano e il Pastificio Italiano con forme e storie diverse, ma accorpati in un’unica proprietà dopo la seconda guerra mondiale. L’articolazione spaziale dello stabilimento Carpano ben si presta ad accogliere attività espositive e commerciali, di ristorazione e di intrattenimento, spazi culturali e di terziario qualificato. Il progetto distribuisce sui tre piani principali dell’edificio un centro culturale, didattico ed espositivo dedicato ai cibi e alle bevande di eccellenza, un centro vendita, degustazione e ristorazione Alti Cibi, gli uffici regionali Slow-Food e gli uffici centrali di Eataly. Il nuovo ingresso viene aperto nell’attuale muro cieco di confine verso il Lingotto, che diventa la facciata principale dell’ex edificio industriale verso la nuova piazza e valorizza l’ambiente “monumentale” che ospita le grandi cisterne; il muro, intonacato e dipinto con la stessa tonalità rosso mattone che connota l’interno del complesso Carpano, viene parzialmente “abbassato” e svuotato per mezzo di una grande vetrata in corrispondenza del salone delle cisterne, mettendone in luce le caratteristiche costruttive e decorative originali. Sulla superficie “piena” del muro si inseriscono due “tasselli” vetrati che evidenziano all’esterno gli spazi pubblici interni più significativi (la sala conferenze e il museo). Al contrario, l’impianto omogeneo dell’industriale Pastificio Italiano lo rende adatto a una destinazione unitaria, come attività terziarie o ricettive, che lo rende oggetto di interesse per un operatore alberghiero a livello internazionale (AC Hotels, Madrid), che realizza nel 2006 un albergo a 5 stelle di 90 camere. L’intervento, sviluppato da Negozio Blu architetti associati e dallo Studio Chiarugi di Firenze, prevede il ripristino dei caratteri originari dell’edificio industriale, mediante l’eliminazione degli elementi di superfetazione, vengono eliminati i tamponamenti delle finestre, riportando la facciata dell’edificio all’aspetto del progetto originario e rendendo possibile un’adeguata illuminazione degli spazi interni. Negli spazi interni è stata mantenuta a vista, dove possibile, la struttura originaria a travi e pilastri in cemento armato intonacato. Questo avviene al piano terra, dove un grande ambiente comune a tutta altezza, separato solo da bassi divisori, si sviluppa per buona parte della lunghezza dell’edificio e ospita sale di loisir, bar, sala per colazioni e sala ristorante; sugli altri piani un corridoio centrale distribuisce alle camere su entrambi i lati, dove viene controsoffittata la zona dell’ingresso e del bagno e viene lasciata a vista la struttura all’interno della camera vera e propria.

Nel progetto di ristrutturazione industriale dell’ex Proiettilificio dell’Ansaldo a Genova Fiumara, 7000 mq distribuiti su più livelli sono stati destinati a ospitare i nuovi uffici della Costa Container Lines; l’edificio industriale, caratterizzato all’esterno da una scansione verticale delle aperture, presenta all’interno una sorprendente struttura formata da travi e pilastri in ghisa con capitelli sagomati e solai in legno. Perno del progetto è il recupero e la valorizzazione della struttura industriale originaria formata da una manica molto profonda (22 m.): tale problematica è stata risolta con la creazione di uno spazio a tutta altezza che diventa un pozzo di luce per illuminare con luce naturale gli spazi centrali. Viene a costituirsi una sorta di corte interna a tutta altezza, di 8 metri di lato, chiusa da una facciata vetrata che si conclude con un grande lucernario che emerge sul tetto. Il cavedio vetrato determina l’impianto distributivo dei piani dividendo ogni livello in due grandi open space lungo le facciate finestrate, una specie di “panottico rovesciato”, un vuoto a tutta altezza che unisce visivamente tutti i piani. Gli elementi che rivestono i solai dei diversi piani che si affacciano sulla corte sono stati rivestiti con fasce d’acciaio bullonate che richiamano nell’immagine la struttura industriale originaria ottocentesca.

Il recupero dell’ottocentesco Pastificio Afeltra è un evento importante nel processo di valorizzazione del centro antico industriale di Gragnano. La crisi della produzione della pasta gragnanese, nel Dopoguerra, corrispose ad una dequalificazione del centro storico. Oggi, per invertire questo processo, si tenta di recuperare i pastifici puntando ad una produzione di qualità e proponendo itinerari turistici alla scoperta della produzione industriale di quella pasta che ha reso Gragnano famosa in tutto il mondo. Il progetto di recupero del Premiato Pastificio Afeltra, che prospetta con la facciata monumentale sull’antico corso Sancio di Gragnano, oggi via Roma, mira dunque ad una rivitalizzazione dell’edificio industriale che ne mantenga in parte l’originaria funzione ed in parte consenta una trasmissione al pubblico della memoria produttiva quale elemento centrale del patrimonio identitario della città. Sempre al piano terra è ospitato il Presidio Slow Food dei fusilli fatti a mano, nato con l’obiettivo di tutelare la tradizione di questa produzione. Un grande open space, si rivela, a sorpresa, all’ultimo piano dell’edificio: qui è ospitato lo spazio per la “maccheroneria”, pensato come un grande spazio aperto per mangiare, bere e rilassarsi, che mette in scena e “racconta” la storia della pasta: mobili come quinte divisorie, attrezzati per inquadrare i prodotti e le loro confezioni, fotografie e documenti d’epoca, strutture in legno appese al soffitto ripropongono i vecchi tralicci per l’asciugatura della pasta.