Il Kuerc’ di Bormio: origini di una singolare architettura

Il Kuerc’ di Bormio: origini di una singolare architettura

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Per la “Magnifica Terra” il kuerc’ è una “perla preziosa” da valorizzare

Sono importanti i ritrovamenti effettuati presso il Kuerc’ a Bormio e che hanno portato alla luce strutture di 3000 anni fa. Qualche tempo fa abbiamo incontrato a Bormio l’ing. Stefano Zazzi, titolare dell’affermato studio di progettazione con specializzazione nel settore del recupero e del restauro, per analizzare più da vicino un manufatto, il kuerc, (collocato nella piazza omonima) che ha rappresentato e che tuttora rappresenta il “centro nevralgico” di tutta la vita civile, storica, turistica e lavorativa del bormiese. Ci riferiamo, ovviamente, al Kuerc’ e alla sua piazza che in occasione dei Mondiali di Sci Alpino del 2005 sono stati oggetto di studi approfonditi e di restauri conclusisi qualche anno fa. Attraverso un’analisi attenta da parte dell’ing. Stefano Zazzi, siamo riusciti a tracciare alcune “linee guida” che ci hanno permesso di approfondire le origini, incredibilmente lontane, di questa importante piazza, che rappresenta il fiore all’occhiello della cittadina della “Magnifica Terra”.

Ing. Zazzi alcune considerazioni su questi importanti ritrovamenti al kuerc’.

Nel 2005 sono venuti alla luce la cinta del primitivo villaggio e successivamente la porzione ben conservata di un edificio che è andato definendosi planimetricamente giorno dopo giorno. Numerosi anche i ritrovamenti di frammenti di ceramica, ossa di animali, parte lignee carbonizzate ed una trave raccolta nella sua integralità. Le prime analisi effettuate sulle ceramiche hanno condotto alla prima metà dell’epoca del Ferro per i frammenti raccolti nello strato più profondo dello scavo; uno strato più superficiale contiene invece ceramiche di datazione alto – medioevale. L’archeologo Paul Blockey aveva riassunto così i ritrovamenti della prima fase di scavo: “La documentazione delle sezioni ha permesso di individuare parte dell’area cimiteriale appartenente alla chiesa dei S.S. Gervasio e Protasio, una sequenza di strati che testimoniano le varie fasi dell’alluvione dall’epoca proto – storica fino ad oggi e parte dell’abitato proto – storico (o addirittura più antico) che contiene resti di un edificio incendiato …”.

Questi eccezionali ritrovamenti presso il kuerc’ possono essere molto importanti per conoscere più da vicino la storia della cittadina della “Magnifica Terra”?

Senza alcun dubbio; collegandomi a quanto sottolineato in precedenza vorrei porre l’accento ancora sugli importanti scavi e sul loro ampliamento; questi lavori di archeologia hanno messo in evidenza nuove e rare strutture murarie a secco, con probabile alzato ligneo (come documentano le buche perfettamente conservate dei pali), costituenti un unico ambiente rettangolare o quadrato con corridoio di accesso; un modello ripetuto su vasta area nelle Alpi, tanto da essere definito il “tipo della casa alpina d’epoca preistorica”, conservatosi tuttavia attraverso i millenni fino ai nostri giorni, pressoché invariata, nel modello della baita. Scavi effettuati nell’abitato proto – storico di Ganglegg presso Sluderno, in Valle Venosta (Alto Adige), hanno posto in evidenza strutture di fortificazione e di abitazioni dell’età del Bronzo e del Ferro ed a scavo ultimato il corridoio di accesso è stato ricoperto con lastre in pietrame; sopra il livello interrato, normalmente adibito a cantina, si trovava un piano rialzato in cui si svolgevano le attività domestiche. Gli eccezionali ritrovamenti e rinvenimenti di Bormio, oltre alle ulteriori conoscenze che deriveranno dagli studi sui reperti venuti alla luce, risultano ancor più sorprendenti per essere riaffiorati sotto la struttura del “Coperto” o del Kuerc’, le cui origini sono attestate da documenti che ad oggi non sono anteriori alla seconda metà del Trecento.

I risultati delle ricerche potranno trovare elementi utili di confronto con quanto è gia stato rinvenuto per l’archeologia dell’intera Alta Valtellina?

Certamente. Mi riferisco in particolare all’ascia bronzea di Tola, in Valdisotto (conservata al Museo Paolo Giovio di Como), la spada di Fumarogo, in Valdisotto (conservata a Roma presso il museo Pigorini), il bassorilievo in pietra verde rivenuto presso la chiesa di S.Vitale a Bormio del V° sec. A.C. (che doveva appartenere ad un fregio di più vaste proporzioni) e, non da ultimi, gli scavi condotti dal Brogiolo presso la chiesa di S. Martino di Serravalle, in Valdisotto (scomparsa in seguito alla frana del luglio 1987) in cui individuò oltre alle strutture alto – medioevali anche le tracce di un preesistente insediamento dell’età del Ferro.